Mitologia albanese

Il folclore albanese (in albanese: Besimet folklorike shqiptare) comprende le credenze espresse nelle consuetudini, rituali, miti, leggende e racconti degli Albanesi. Gli elementi della mitologia albanese sono di origine paleo-balcanica e quasi tutti sono pagani.[1]
Si è evoluto nel corso dei secoli in una cultura e società tribale.[2] I racconti e le leggende popolari albanesi sono stati trasmessi oralmente attraverso le generazioni e sono ancora molto vivi nelle regioni montuose dell'Albania, del Kosovo, del Montenegro meridionale, nelle aree occidentali della Macedonia del Nord, tra le storiche comunità albanesi dell'Italia (gli Arbëreshë) e della Grecia (gli Arvaniti).[3]

Nella mitologia albanese, i fenomeni, gli elementi e gli oggetti sono attribuiti a esseri soprannaturali. Le divinità in origine non erano persone, ma personificazioni della natura, Animismo.[4] Il più antico culto attestato degli albanesi è il culto del Sole e della Luna.[5] Nelle credenze popolari albanesi, la Terra è oggetto di un culto speciale,[6] e un ruolo importante è svolto dal Fuoco, considerato un elemento vivo, sacro o divino utilizzato per i rituali, offerte sacrificali e purificazione.[7] Il culto del fuoco è associato al culto del sole, al "Vatër (culto del focolare) e al culto della fertilità.[8] Besa è una pratica comune nella cultura albanese, consistente in un giuramento sul Sole, la Luna, il cielo, la terra, il fuoco, la pietra, la montagna, l'acqua e sul serpente, che sono tutti considerati sacri.[9] Il culto del Sole e della Luna compare anche nelle leggende e nell'arte popolare albanese.[10]

I miti e le leggende albanesi sono organizzati intorno alla dicotomia di bene e male,[11] la cui rappresentazione più famosa è la leggendaria battaglia tra Drangue e Kulshedra,[12]un conflitto che simboleggia il ritorno ciclico nel mondo acquatico e ctonio della morte, realizzando la cosmica rinascita. I tessitori del Fato, ora o fatí, controllano l'ordine dell'universo e ne fanno rispettare le leggi.[13]

Un motivo molto comune nella narrativa popolare albanese è la metamorfosi: gli uomini si trasformano in cervi, lupi, gufi; mentre le donne si trasformano in ermellini, cuculi, tartarughe. Tra i corpi principali della poesia popolare albanese vi sono i Kângë Kreshnikësh ("Canti degli eroi"), il tradizionale ciclo di epica albanese, basata sul culto leggendario del eroe.[12]

  1. ^ Bonnefoy, p. 253.
  2. ^ Elsie (2001), pp. vii–viii.
  3. ^ Elsie (1994), p. i Elsie (2001b), p. ix.
  4. ^ Bonnefoy, pp. 253–254; Skendi, 1967
  5. ^ Elsie-Franck [1]
  6. ^ Poghirc, p. 178; Bonnefoy, p. 253
  7. ^ Bonnefoy, p. 253; Poghirc, pp. 178–179; Tirta (2004), pp. 68–69, 135, 176–181, 249–261, 274–282, 327
  8. ^ Tirta (2004), pp. 68–69, 135, 176–181, 249–261, 274–282, 327; Poghirc, pp. 178–179; Hysi, 2006
  9. ^ Tirta (2004), pp. 42–102, 238–239, 318; Bonnefoy, p. 253; Elsie (2001), pp. 35–36, 193, 244; Poghirc, pp. 178–179; Hysi, 2006
  10. ^ Poghirc, p. 178; Tirta (2004), pp. 68–82; Elsie (2001), pp. 181, 244
  11. ^ Elsie (1994), p. i; Poghirc, p. 179
  12. ^ a b Bonnefoy, pp. 253–254.
  13. ^ Doja (2005), pp. 449–462; Kondi, 2017

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